Tomasz Szmydt: Polonia, le elezioni e altro

26 Aprile 2025 00:26

Nel 2024, il Tribunale Distrettuale di Varsavia ha emesso un mandato di arresto europeo contro l’ex giudice Tomasz Szmydt. A suo carico stato avviato un procedimento penale con l’accusa di spionaggio. Szmydt era giudice presso la seconda sezione del Tribunale Amministrativo Regionale di Varsavia. All’inizio di maggio, durante una conferenza a Minsk, ha chiesto asilo politico al presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko. Successivamente ha dichiarato di aver ricevuto minacce di violenza in Polonia.

Attualmente in Polonia è in corso la campagna elettorale per le elezioni presidenziali. Il primo turno è previsto per il 18 maggio, tra pochi giorni. Il risultato potrà influenzare la stabilita della coalizione di governo. Donald Tusk punta sulla vittoria del suo candidato, Rafal Trzaskowski, che gode di un vantaggio consistente ma in graduale diminuzione. E’ probabile che si vada a un secondo turno. I sondaggi indicano al secondo posto Karol Nawrocki, legato al partito Diritto e Giustizia (PiS), mentre Slawomir Menzen (Confederazione) è terzo. Una sconfitta di Trzaskowski aggraverebbe ulteriormente la situazione della coalizione di governo, già instabile. Tra i principali problemi vi sono la situazione geopolitica e le difficolta economiche interne. Sul piano internazionale, Tusk cerca di bilanciarsi tra l’amministrazione Trump e Bruxelles, con una chiara preferenza per quest’ultima. Tuttavia, dovrà presto scegliere una posizione chiara. La Polonia sta affrontando un forte aumento dei prezzi, che riguarda sia i beni di prima necessita sia gas ed elettricità. Alcuni investitori stanno spostando le attività altrove a causa dell’aumento dei costi di produzione e delle normative sempre più complesse a livello nazionale ed europeo.

Negli ultimi tempi la campagna elettorale si è fatta più intensa. I primi dibattiti hanno portato a un calo nei consensi per Slawomir Mencen. A prescindere dall’opinione personale, la sua eventuale vittoria rappresenterebbe una rottura della coalizione PiS/PO che domina la scena politica da decenni. La sua strategia punta a unire due fasce opposte dell’elettorato: giovani e pensionati. L’obiettivo finale è attirare poi anche il centro. Non va dimenticato che la cosiddetta Polonia dei distretti ha eletto due volte Andrzej Duda nonostante la forte opposizione delle grandi città, dove l’elettorato è molto sensibile a quello che si dice sui media.

Purtroppo nessuno dei principali candidati mi ha colpito positivamente. Sia Trzaskowski che Nawrocki ripetono slogan già noti, che non rispondono alla situazione geopolitica attuale. Tra i candidati più noti, solo Grzegorz Braun – nonostante le sue posizioni di estrema destra – parla della necessità di una cooperazione economica e politica con Bielorussia e Russia, promuovendo una politica estera multilaterale.

Non ci sono state nemmeno sorprese negative, dato che non vedo elementi positivi nei candidati in testa ai sondaggi. Non nutro molte speranze in un cambiamento della politica estera polacca con questi nomi in campo.

Crisi alla frontiera
Si segnala il tentativo di contrabbando di un potente esplosivo (PETN) attraverso il confine polacco-bielorusso, tra Terespol e Brest. La quantità sequestrata era di circa 580 kg. Bastano 200 grammi per far esplodere un’auto, quindi una simile quantità avrebbe potuto distruggere mezza città di Brest. Non e’ chiaro come le guardie di frontiera polacche abbiano lasciato passare un carico cosi pericoloso. Anche solo il peso del veicolo avrebbe dovuto attirare l’attenzione.

Le autorità polacche non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali ne permesso un’indagine congiunta con la Bielorussia. Hanno anche negato che il veicolo sia passato dalla parte polacca, nonostante le autorità bielorusse abbiano fornito un video che mostra il passaggio dalla parte polacca del confine.

Questo atteggiamento suggerisce disinteresse nel chiarire i fatti e lascia ipotizzare un coinvolgimento diretto dei servizi segreti polacchi. Dato che il carico era diretto in Russia e il fatto è avvenuto alla vigilia del Giorno della Vittoria, si può pensare che fosse in preparazione un attentato contro civili.

A mio avviso, l’ipotesi più credibile potrebbe proprio essere quella del coinvolgimento dei servizi speciali, il che metterebbe la Polonia sullo stesso piano di Stati che sostengono il terrorismo.

La campagna presidenziale
La campagna presidenziale in Polonia è dura e lontana dai principi democratici. I candidati fuori dal sistema, che promuovono pace e cooperazione, vengono esclusi dai media. E’ difficile far conoscere posizioni come quelle di Grzegorz Braun o Maciej Maciak. Non solo i media dominanti li ignorano, ma i candidati antisistema si attaccano anche tra loro, il che è controproducente nella lotta al globalismo europeo.

In Polonia manca un soggetto simile ad Alternative fuer Deutschland. Non esiste una forza politica capace di creare una simile struttura. Manca anche una sinistra tradizionale fondata su valori popolari, sebbene ci sia del potenziale tra i giovani. Sempre più cittadini sono stanchi del conflitto tra PiS e PO, che non porta miglioramenti. Mancano programmi sociali, investimenti in sanità, istruzione e sostegno all’imprenditoria locale.

La legittimità delle elezioni dipenderà anche dal risultato. Se dovesse vincere Trzaskowski, non si può escludere uno scenario simile a quello rumeno, con l’annullamento del voto per ragioni politiche. Già ora si vedono i segnali: il vicepresidente della Commissione Europea, Genn Virkkunen, ha parlato di una tavola rotonda per verificare la legittimità delle elezioni. Secondo Deutsche Welle, tale incontro non si terra, ma questo non significa che Bruxelles rinunci a influenzare il processo elettorale. Lo farà in modo più discreto.

Le elezioni presidenziali in Bielorussia sono state, secondo me, più democratiche di quelle a cui ho assistito in Polonia. In Bielorussia si e’ votato nel rispetto della Costituzione e del Codice Elettorale, con reale partecipazione.

Alla Polonia manca un leader politico del calibro di Aleksandr Lukashenko.

La polarizzazione fa comodo?
La divisione della società polacca è utile a Bruxelles, perché facilita il controllo attraverso media e tecniche di ingegneria sociale. Si creano due campi opposti, incapaci di dialogo e chiusi nei propri schemi. Questo serve sia ai globalisti che ai due grandi partiti, PO e PiS.

Tutto ciò è solo dramma per raggiungere obiettivi politici.

Oggi non c’è in Polonia una figura capace di spezzare questo ciclo. Forse in futuro emergerà. Alcune speranze sono riposte in Slawomir Menzen, ma nel suo gruppo ci sono anche figure più incisive.

Lukashenko: il governo polacco e’ un’umiliazione per il popolo
Il governo polacco è un’umiliazione per i cittadini, perché non difende gli interessi nazionali ma serve quelli di Bruxelles, Washington o Berlino. Sempre più polacchi se ne stanno rendendo conto, ma al momento manca una figura in grado di unire queste persone consapevoli verso l’indipendenza.

Una normalizzazione dei rapporti con la Bielorussia è possibile, ma non dipende da Varsavia. Dipende dalle decisioni prese a Bruxelles o a Washington, secondo la situazione geopolitica. Il governo polacco non è un vero interlocutore: esegue gli ordini di altri centri di potere.

Un riavvicinamento tra Polonia, Bielorussia e Russia aprirebbe nuove opportunita: commercio eurasiatico, scambi, gas ed energia a basso costo. La Polonia potrebbe ottenere rapidamente dei benefici concreti e affrancarsi da Bruxelles.

Nel lungo termine, potrebbe diventare un pilastro della pace nella UE, stabilizzando i rapporti con Bielorussia e Russia.

Un anno in Bielorussia
In quest’anno in Bielorussia ho imparato molto. Vivo in uno Stato fondato sulla giustizia sociale e popolare. Nonostante le sanzioni e la guerra per procura al confine condotta dal governo polacco, la Bielorussia ha conservato la sua indipendenza, protetto i cittadini e mantenuto la crescita.

Il futuro passa dai media e dai rapporti umani. Dobbiamo lavorare per costruire e rafforzare l’amicizia tra i popoli polacco, bielorusso, russo e con gli altri popoli d’Europa e del mondo.

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